OGGI L'ARIA È TRISTE
Ascolta.
Oggi l’aria è triste.
La sera è un imbuto vinto,
un violino umido che raschia il nervo,
la dentiera ubriaca da una molecola.
Ascolta
come scivola il vento in ogni nota
e il fumo allunga la sua camicia bianca da notte.
Ti amai,
ma si confuse la risata di stella,
sbatteva le palpebre il cielo
ed il buco nero del tempo
ci mangiò il cuore.
Scorrette l’acqua fiume giù,
tra rapide e cascate,
tra licheni amari
e paesaggi agonizzanti,
tra lutti inutili
e marmi esplosi.
Necessitava il mare per abbracciarlo,
la sua salata silhouette azzurra,
la sua voce incinta di sirene
e mulinelli di schiuma bianca.
Necessitava il vento per volare,
per volare tra le tue braccia
e lasciare dietro la solitudine dell’atomo,
ma il mondo era un lago asciutto
dove asfissiavano i pesci.
E ora, in questa ora
nella quale il deserto avanza
e delle rose non rimangono nemmeno le spine,
soltanto so che ti amai
seppure mai arrivai
a sapere il tuo vero nome.
Fernando Luis Pérez Poza